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Dall’Under 20 alla Nazionale Maggiore in 3 mesi: il sogno di Sara Mannini è diventato realtà
Tre mesi fa guidava l’Italia Under 20 in cabina di regia alle Summer Series di Parma, oggi è in Sudafrica a dar battaglia insieme alla Nazionale maggiore in un WXV che dopo il successo sul Galles ha preso una piega diversa rispetto al difficile inizio contro la Scozia. Sara Mannini è la rivelazione azzurra di questi ultimi mesi: “Sto bene, ho avuto un po’ di mal di gola, ma forse più perché dopo la vittoria contro il Galles ho sforzato un po’ troppo la voce (ride, ndr), adesso mi sta tornando” racconta la 19enne di Colorno.
Sara, hai perso la voce ma non l’entusiasmo. Quanto è stata importante questa vittoria per voi?
“Tantissimo, venivamo da un momento difficile, sentivamo la frustrazione dopo la sconfitta con la Scozia e aver vinto questa partita è stata una liberazione e una grande gioia. In modo particolare poi le ragazze che avevano giocato al Sei Nazioni contro il Galles, perdendo all’ultimo minuto, avevano tanta voglia di rifarsi e penso si sia visto”.
Tu invece come stai vivendo quest’avventura?
“È stato ed è tutto molto emozionante. Sto avendo la possibilità di vivere e capire a 360 gradi cosa significa essere in un gruppo di questo livello, allenandomi con ragazze di grande esperienza, e sono molto contenta della fiducia che gli allenatori e le compagne mi stanno dando in queste settimane”.
È successo tutto molto in fretta, dalle Summer Series di luglio all’esordio fino al WXV: ti sei resa conto di tutto questo?
“Non proprio (ride, ndr). È stata un’estate totalmente all’insegna del rugby. Anche se ho cambiato gruppo e soprattutto livello non mi sono ancora conto di quello che sta accadendo e di questo scalino che sono riuscita a fare. È stato tutto molto veloce, al punto da non avere nemmeno il tempo di pensarci troppo, per questo cerco di pensare solo al rugby e a fare bene. Il sogno è diventato realtà, e probabilmente me ne renderò davvero conto quando tornerò a casa e avrò tempo per pensare a tutti i momenti belli che sto vivendo qui”.
Come hai fatto a far convivere scuola e rugby in questi anni? Continuerai a studiare adesso?
“È sempre stato difficile soprattutto da quando a 17 anni mi sono trasferita a Colorno. Chiaramente il tempo e poco e gli impegni tanti, ma la passione superava sempre tutto e ho cercato di organizzarmi bene, di imparare a gestire meglio il tempo e fortunatamente le superiori sono andate bene. Cercherò di fare lo stesso con l’Università: mi sono iscritta ad ingegneria informatica ed elettronica. Non è stato facile anche perché sono di Pisa e poi ho colto l’opportunità di andare a giocare a Colorno, una realtà che mi è sembrata subito perfetta per me. Ho avuto l’opportunità di poter vivere a Parma con una famiglia che era amica dei miei genitori, ora invece vivo negli appartamenti del Colorno con le altre ragazze della squadra”.
Questa estate hai giocato apertura in Under 20, mentre con la Nazionale seniores giochi secondo centro. Quale ruolo preferisci?
“A Colorno ho giocato principalmente apertura oppure primo centro, che è un po’ il ruolo che si ricopre quando l’allenatore utilizza un doppio mediano, e anche in Under 20 ho giocato sempre apertura, quindi è un ruolo dove mi sento molto sicura, anche se in un gruppo che conosco molto bene come appunto Colorno o l’Under 20. Giocare secondo centro è stata un po’ una novità: inizialmente ero un po’ spaventata dal nuovo ruolo, perché ci sono compiti diversi e movimenti diversi, ma mi sta piacendo tanto soprattutto a livello difensivo. E poi accanto ho una giocatrice strepitosa come Beatrice Rigoni, che con Veronica Madia – che conoscevo già da Colorno – mi ha dato una grande mano a gestire un ruolo che non avevo mai ricoperto. Beatrice è una ragazza d’oro, avere accanto una che in campo fa delle magie poi è emozionante. Da piccola la guardavo in televisione e pensavo fosse un sogno irraggiungibile, invece ora gioco di fianco a lei. Questa è anche la dimostrazione di quanto la Nazionale sia importante per attirare e ispirare le ragazze che vogliono giocare a rugby”.
Per te è la Nazionale è stata un’ispirazione, e come ti senti adesso a stare dall’altra parte e ad essere tu stessa parte del messaggio che voi ragazze volete trasmettere?
“Credo ci sia una responsabilità quando si gioca in Nazionale, perché ci saranno bambine che – come me da piccola – sogneranno di far parte di questo gruppo. Anche se comunque sono la più giovane e l’ultima arrivata è comunque qualcosa che cominci a sentire nel momento in cui vesti la maglia azzurra, si percepisce. In questo mese sto iniziando a capire quali sono le dinamiche di gruppo, cosa significa sentire la pressione di partite così importanti, soprattutto in un torneo in cui per un mese stai tutti i giorni insieme: vivi degli aspetti che nei raduni di pochi giorni non tocchi e ti aiutano a maturare come giocatrice e come persona. È diverso rispetto a quando ho fatto i raduni del Sei Nazioni, perché comunque la mattina andavo a scuola e non sono stata così tanto a contatto con le altre ragazze come in questo mese”.
09 October 2024 - 3 hours fa
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Serie A Elite, la stagione 2024/25 parte dalla “Guizza di Padova”
Duodo: “Subito i primi passi per riconoscere la Lega, guardiamo al futuro insieme”
Sabato 12 ottobre la Serie A Elite Maschile, il 27 ottobre la Serie A Elite Femminile: i due massimi campionati nazionali sono ia nastri di partenza, pronti per inaugurare la caccia ai titoli di Campioni d’Italia 2024/25.Padova e il “Memo Geremia”, casa dei Campioni d’Italia maschili in carica del Petrarca Rugby, hanno tenuto a battesimo il lancio della Serie A Elite, alla presenza dei vertici federali, della Lega Rugby che si appresta ad essere riconosciuta da FIR e da Rai Sport che per i prossimi due anni manderà in onda in diretta e in chiaro - anche in oltre 150 Paesi del mondo grazie al canale Rai Italia - la miglior partita settimanale della Serie A Elite Maschile.
Arletti: “Valorizzare i campionati, ricostruire il prodotto e riportare entusiasmo”Pescante: “Rai Sport crede nel rugby italiano, con Rai Italia la Serie A Elite in 150 Paesi”
L’evento di lancio della Serie A Elite 2024/25 è coinciso con la prima conferenza stampa del Presidente federale Andrea Duodo dopo l’Assemblea Ordinaria Elettiva del 15 settembre a Bologna: un’opportunità per celebrare la ritrovata unità d’intenti tra l’organo di governo del rugby italiano e i Club dei massimi campionati, basata su una visione condivisa di sviluppo e promozione delle principali competizioni domestiche.
PADOVA, ITALY - OCTOBER 08: poses for a photo during FIR Serie A Media Day on October 08, 2024 in Padova, Italy. (Photo by Francesco Scaccianoce/Federugby via Getty Images)
“Per me e per il Consiglio Federale è importante muovere uno dei primi passi ufficiali del nuovo mandato presentando la stagione della Serie A Elite e farlo avendo vicino il Presidente della Lega Giulio Arletti e alla presenza dei Presidente dei massimi campionati. Oggi guardiamo al futuro che ci aspetta insieme, la FIR ed i suoi Club che sono il motore del rugby italiano. A loro, a tutti loro, vogliamo dare nuove prospettive, impegnandoci per affiancarli in una crescita virtuosa del sistema rugby in Italia. Giovedì il Consiglio Federale si riunirà per la prima volta a Roma e muoverà immediatamente i passi necessari a riconoscere la Lega Rugby, la prima azione concreta per lo sviluppo del prodotto campionato. Nelle prossime settimane finalizzeremo anche i dettagli per la produzione e la messa in onda delle partite di Serie A Elite Maschile e Femminile, confermando il nostro impegno sia per lo sviluppo tecnico che commerciale delle due manifestazioni e affiancando la proposta di Rai Sport, che per i prossimi due anni continuerà ad operare al fianco di FIR, della Lega e del torneo maschile. I nostri campionati devono tornare ad essere un trampolino verso la Nazionale Maschile e continuare ad esserlo per la Nazionale Femminile, farlo in modo sostenibile ed essere parte di un modello virtuoso che abbia la crescita di tutto il movimento italiano. A tutte le atlete e gli atleti vanno gli auguri della Federazione per vivere una stagione indimenticabile, con il ruolo di protagonisti che spetta a tutte e tutti loro” ha detto il Presidente della FIR, Andrea Duodo.
Giulio Arletti, Presidente di Lega Rugby, ha detto: “La volontà comune di FIR e Lega Rugby è quella di guidare lo sviluppo e la crescita dei campionati di elite, massima espressione dell’alto livello domestico, valorizzandoli come prodotto e rendendoli pienamente sostenibili.La Lega nasce con l’intento di unire le forze, contribuendo a trainare tutto il rugby italiano verso un valore aggiunto sempre importante. Abbiamo un prodotto bello, vendibile, educativo, che dobbiamo comunicare di più e meglio.La Lega intende fare la propria parte, riportando entusiasmo negli stadi. Le opportunità ci sono, faccio un grande in bocca al lupo al Presidente Duodo che da subito si è posto insieme al Consiglio come interlocutore aperto e disponibile. Vogliamo che la gente torni a divertirsi nel seguire il nostro sport. Siamo all’inizio di un percorso di rinascita, un cammino che va intrapreso un passo dopo l’altro, con questa ritrovata unità d’intenti”.
Daniele Pacini, Direttore Tecnico della Federazione Italiana Rugby, ha detto: “I due campionati di Serie A Elite devono essere il faro del movimento, dobbiamo muovere un passo in avanti sotto il profilo culturale per affrontare le sfide di tutto il Paese: demografiche, economiche, geopolitiche. Ogni opportunità di confronto è importante e costruttiva per tutto il sistema-rugby in Italia, i Club sono il cuore del movimento nel nostro Paese come ovunque nel mondo ed è capitale rafforzare l’asse di collaborazione tra FIR e le Società di Serie A Elite, un momento fondamentale nel percorso di formazione dei giocatori di interesse nazionale”.
Riccardo Pescante, Vicedirettore di Rai Sport, ha sottolineato il lungo impegno dell’emittente di Stato al fianco della Serie A Elite: “La Rai crede nel rugby italiano e continuerà a lavorare per ampliare la propria offerta, nazionale e internazionale. E’ importante che anche il campionato possa sviluppare la propria comunicazione, diventando sempre più evento e andando oltre il campo, replicando il modello virtuoso che FIR ha promosso per le proprie Nazionali. Siamo impazienti di raccontare questa nuova stagione, gli ascolti sono cresciuti anno dopo anno e la recente visibilità garantita anche da Rai2 ha accelerato questa crescita. Quest’anno l’offerta si arricchirà con la messa in onda della nostra partita settimanale anche su Rai Italia, portando il massimo campionato maschile in 150 Paesi in tutto il mondo e contribuendo a quel percorso di rilancio e valorizzazione che la FIR e la Lega, insieme, si prefiggono”.
08 October 2024 - 1 day fa
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Nazionale Femminile, il bollettino medico dopo Galles v Italia
Lo Staff medico della Nazionale Italiana Femminile di Rugby ha sottoposto le atlete al consueto check medico, al termine di Galles v Italia, disputata venerdì 4 ottobre all’Athlone Stadium di Cape Town.
Qui di seguito i risultati degli esami:
Sara Tounesi (Montpellier Herault Rugby, 43 caps in Azzurro), sostituita al termine del primo tempo della partita con il Galles, ha riportato un trauma distorsivo del gomito sinistro. Gli esami strumentali cui si è sottoposta hanno evidenziato una lesione parziale legamento collaterale ulnare, con indicazione al trattamento conservativo. Non sarà pertanto disponibile per il prosieguo del WXV 2.
08 October 2024 - 1 day fa
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URC: le Zebre pagano i tanti falli. Troppo Leinster per il Benetton. L’analisi del 3° turno
Non è stato un sabato facile per le franchigie italiane, entrambe sconfitte nella terza giornata dello United Rugby Championship. Il Benetton ha ceduto in casa contro Leinster per 35-5, con gli irlandesi che hanno schierato a Monigo una formazione stellare con 15 internazionali (14 irlandesi e uno Springbok) mentre al Lanfranchi di Parma le Zebre hanno sprecato tante occasioni contro gli Stormers, che alla fine sono usciti fuori alla distanza e hanno conquistato un successo dal punteggio (36-5) forse troppo pesante rispetto a quanto visto in campo.
Leinster stellare, Benetton coraggioso nel secondo tempo
Al Leinster bastano 4 marcature nei primi 26 minuti per chiudere la partita, approfittando anche del giallo a Mirco Spagnolo che fa crollare la maul in occasione della meta tecnica che apre il match. Con l’uomo in più gli irlandesi sono diventati devastanti e a quel punto diventava difficile opporre resistenza. Il Benetton lo ha fatto nel secondo tempo, anche grazie ad alcuni cambi che hanno permesso ai biancoverdi di essere più incisivi in attacco e di marcare con Manfredi, prima della meta di Barron. Nel 35-5 finale pesano soprattutto la difficoltà nel trovare spazi contro l’aggressiva difesa di Leinster e i tanti placcaggi sbagliati, 25 su 119 totali con una percentuale di riuscita del 79%, troppo bassa per questo livello.
Pur nelle difficoltà si è distinto Leonardo Marin, bravo a capire come disinnescare la furiosa salita difensiva di Leinster messa a punto da Jacques Nienaber – ex allenatore del Sudafrica campione del mondo e ora specialista della difesa degli irlandesi – e a mettere i compagni sul piede avanzante. Tra i migliori anche Simone Ferrari, dominante in mischia nel primo tempo, ma in generale entrambe le prime linee biancoverdi – quella titolare e quella dalla panchina – hanno funzionato bene.
Zebre: match scivolato dalle mani
Le immagini della partita, soprattutto del primo tempo, non avrebbero mai lasciato presagire un punteggio così alto. Gli Stormers hanno espugnato il Lanfranchi di Parma per 36-5 venendo fuori alla distanza e approfittando soprattutto dell’indisciplina della squadra di Brunello, che ha commesso il doppio dei falli (16 a 8) dei sudafricani. Il match era cominciato bene, con le Zebre spesso in attacco ma poco ciniche nel momento di portare a casa i punti. Gli Stormers, in questo senso, pur soffrendo hanno fatto valere la loro maggiore esperienza, prendendosi tutti i punti concessi dai troppi falli delle Zebre e fissando con i calci di un preciso Matthee un primo parziale di 9-0 pur non entrando quasi mai nei 22 avversari. La meta di Zas allo scadere del primo tempo, poi, ha tagliato le gambe alla squadra di Brunello, che si è ritrovata sotto di 16 punti pur non avendo demeritato.
Da questo punto di vista ha anche pesato il cambio di inerzia della mischia ordinata, che nei primi minuti sembrava appannaggio delle Zebre e che invece è scivolata dalla parte dei sudafricani, che quando sono diventati dominanti con la loro prima linea hanno tolto certezze e stabilità offensiva alla franchigia di Parma, che non è più riuscita a costruire come nella prima parte di gara. A quel punto la partita era completamente in mano agli Stormers, che sono riusciti anche a raggiungere il punto di bonus con il 36-5 finale. Tra i migliori, nelle Zebre, anche una volta Samuele Locatelli, autore di 14 placcaggi e di una solida partita difensiva. Bravo in difesa anche Ruggeri, mentre Gesi quando è stato innescato ha spesso battuto il primo avversario.
07 October 2024 - 2 days fa
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Il recupero delle Azzurre dopo la vittoria con il Galles: visita a Robben Island e incontro con Siya Kolisi
Pomeriggio libero per le Azzurre che sabato, sulla scia della vittoria con il Galles di venerdì all’Athlone Stadium di Cape Town, hanno colto l’occasione per dedicarsi a delle visite cariche di significato.Una delegazione di giocatrici e staff della Nazionale Italiana ha visitato Robben Island, sito Patrimonio Mondiale dell’Umanità UNESCO, conosciuto per aver ospitato il carcere dove i prigionieri politici venivano trattenuti nel periodo drammatico dell’Apartheid e per essere stato il luogo di detenzione del Premio Nobel per la Pace 1993 e presidente del Sudafrica dal 1994 al 1999, Nelson Mandela tra il 1964 e il 1982.Per diciotto anni Mandela ha trascorso le sue giornate lavorando nella cava di calce e scrivendo la sua opera più importante, il saggio “Lungo cammino verso la Libertà”, prima di essere scarcerato e di venire eletto Presidente.
Sofia Stefan, che venerdì è diventata la terza Azzurra più presente nella storia, con 90 caps, ha commentato così la visita: “Robben Island ci insegna che, nonostante tutto il male, la volontà degli uomini prevale e alla fine trionfa. Prima di venire qui ho letto “Lungo cammino verso la Libertà”: Mandela ha saputo, dopo ventisette anni in cella di cui 18 su questa isola, cambiare punto di vista, rendendo utile per il suo popolo l’esperienza maturata da questa condizione e trovando la forza per combattere pacificamente e per donare agli altri detenuti le conoscenze che aveva acquisito negli anni precedenti alla sua detenzione. Tutti noi possiamo e dobbiamo riflettere su questo. Sono felice che, come atlete e membri dello staff di una nazionale, abbiamo avuto modo di trovare del tempo per aumentare la consapevolezza su questo tema”.
Informato della visita al carcere di Robben Island, l’Ambasciatore italiano in Sudafrica, S.E. Alberto Vecchi, ha dichiarato: “È con grande orgoglio che accolgo la visita delle atlete della nazionale italiana di rugby alla prigione di Robben Island, un luogo emblematico nella storia della lotta per la libertà e i diritti umani. Questa visita rappresenta un tributo ai più alti valori umani e sportivi, valori che uniscono le nostre nazioni e le nostre culture.Le atlete italiane, impegnate qui nelle partite di un importante torneo a livello mondiale, non solo competono, ma portano con sé il messaggio di solidarietà, rispetto e inclusione che lo sport incarna. La scelta di visitare il sito in cui Nelson Mandela ha trascorso lunghi anni di prigionia è un gesto che ricorda a tutti noi l'importanza della resilienza, della determinazione e della lotta per la giustizia.In un momento in cui il mondo ha bisogno di unità e comprensione, questa iniziativa sottolinea come lo sport possa essere un potente veicolo di cambiamento sociale e un inno alla pace. Spero che l'esempio delle nostre atlete sia di ispirazione per tutti a perseguire i propri sogni, senza mai dimenticare il valore della dignità umana. Ringrazio le atlete italiane per questo gesto significativo. Forza Italia!”
Non solo Robben Island però. Contemporaneamente, un’altra delegazione di Azzurre, questa volta solo giocatrici, era presente all’Athlone Stadium, per assistere alle sfide del sabato della seconda giornata del WXV, il torneo che vede impegnata anche l’Italia. Le atlete della Nazionale hanno così potuto assistere a Scozia-Giappone e Sudafrica-Australia in compagnia di una leggenda del rugby: il capitano del Sudafrica Campione del Mondo nel 2019 e 2023 Siya Kolisi.Kolisi, primo capitano di etnia Xhosa della storia del Sudafrica, è uno degli sportivi più riconosciuti a livello mondiale. Inserito ad aprile nella lista delle 100 persone più influenti al mondo nel 2024 stilata dalla rivista TIME, ha voluto presenziare all’incontro delle sue connazionali, vestendo la maglia delle Springbok Women e dichiarando in un’intervista che “È dovere dei giocatori uomini, in quanto portatori di un privilegio, quello di essere qui intenzionalmente e di continuare a impegnarsi per la crescita del rugby femminile, perché se cresce il rugby femminile, cresce tutto il nostro sport”.
Silvia Turani, che ha conosciuto da vicino Kolisi e che ha avuto modo di conversare a lungo con lui, ha raccontato l’incontro: “Siya è stata la prima persona che abbiamo incontrato allo stadio. È una persona davvero simpatica: mi ha subito chiesto come stesse andando la mia esperienza con Harlequins. Non mi aspettavo che mi conoscesse! Essendo lui di Cape Town, ci ha dato molti consigli su cosa vedere e come spendere al meglio il nostro tempo libero. A parte questo, ho trovato in lui una persona estremamente competente per quello che riguarda la conoscenza del rugby femminile, delle sue problematiche e di come intervenire per risolvere queste ultime. Siya ha quasi due milioni di followers su Instagram, è un’icona mondiale e può aiutare il movimento a crescere. Mi ha detto che al termine della sua carriera da atleta vorrà dedicarsi allo sviluppo del rugby femminile dal punto di vista commerciale e di diffusione. Mi ha anche chiesto una nostra maglia. È stata davvero una bella esperienza”.
Dopo la giornata di recupero, le Azzurre hanno ripreso domenica il lavoro in preparazione del prossimo incontro, in programma sabato 12 ottobre all’Athlone Stadium di Cape Town. Avversario, in un curioso gioco del destino, proprio il Sudafrica.
06 October 2024 - 3 days fa
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Partite
INT • Maschile
INT • Maschile
9 Nov 24 alle 18:40
ITA ()
GIO
ORE
MIN
SEC
ARG ()
INT • Maschile
ITA
17 Nov 24
alle
14:40
GEO
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